Re Artù

Il Ristorante Re Artù si trova a Gaggiano, provincia sud di Milano e ha partecipato a “Cucine da Incubo”.

Ci siamo stati per cena (2 persone), la domenica sera.

L’accoglienza è cordiale e veniamo accompagnati al tavolo.

L’ingresso è ben curato ed ordinato. Pochi tavoli in una saletta ben illuminata, ma ci stupiamo che non ci sia nessuno.

Entriamo e il tavolo prenotato si trova nella sala sul retro, piena e molto chiassosa, in quanto si sta festeggiando il compleanno di una ragazzina di circa 12 anni, in compagnia delle amichette.

Qui lo stile è diverso, sembra un pub.

Tralasciando il rumore della sala (che comprendiamo visti i festeggiamenti delle ragazzine), diamo un’occhiata al menu.

Vengono presentati i menu fissi disponibili a mezzogiorno, c’è la lista dei secondi, girando pagina la lista dei primi e dei contorni, dolci, hamburger e pizze. Un po’ caotico.

Ordiniamo

Primi: Spaghetti alla chitarra, Risotto allo zafferano

Secondi: Battuta di cavallo, Tris di tartare

Dolci: Cioccomoka (torta al cioccolato), Millefoglie del Re

Bevande: 1 bottiglia di Morellino di Scansano, 1 bottiglia di acqua naturale, 2 caffè, 2 liquori alla liquirizia

 

LE NOSTRE IMPRESSIONI:

Osservando il locale da fuori, si ha l’impressione che sia vuoto e, a mio parere, non è una mossa di marketing azzeccatissima, soprattutto se hai già trenta persone sedute che stanno mangiando, nascoste nella sala sul retro.

Tendenzialmente, se si passa davanti a due locali vicini, uno è pieno e l’altro no, viene istintivo entrare in quello pieno. Scelte.

Avendo prenotato per 2 ed essendoci una graziosa saletta all’ingresso decisamente più tranquilla, avremmo preferito accomodarci li.

Ma veniamo alla cena.

Gli spaghetti si rivelano (e mi aspettavo altro) una carbonara molto casalinga, senza anima. Pasta ben cotta, condimento non molto saporito. A questo punto ci avrei aggiunto del pepe e un’abbondante spolverata di pecorino per rendere il piatto più gustoso.

Posso capire un piatto del genere se me lo cucina qualcuno al volo a casa all’ultimo momento, non se lo chiedo al tavolo di un ristorante.

Il riso allo zafferano è un po’ in là di cottura; forse lo avrei tirato via dai fornelli un minutino prima. Gusto passabile, ma anche qui sembra mancare qualcosa che completi il piatto.

Tartare di cavallo: porzione abbondante, come abbondante è il radicchio usato per creare il piatto e finisce per coprire il gusto della carne che si sente molto poco, talmente poco che si ha il dubbio che sia davvero cavallo.

Tris di tartare di pesce. Nulla di eccezionale. Porzione secondo me giusta, non eccessiva.

Passiamo ai dolci: la “mattonella” al cioccolato è buona, richiama il gusto del tiramisù ma con una forma diversa, la millefoglie del Re si presenta come tre bignè di sfoglia, con tanta, tanta crema pasticcera. Promossi

Conto a mio parere eccessivo: tolto il vino (16 euro) è un po’ sproporzionato per la qualità dei piatti. Sarebbe stato accettabile se la cucina fosse stata più curata.

La sensazione, ed è un parere assolutamente personale, è che sia un po’ improvvisata, che non sia stata messa passione nel realizzare piatti. Peccato, perchè il servizio della cameriera che ci ha serviti è stato preciso e cordiale.

 

VOTO FINALE: INSUFFICIENTE